Nel 1994 avevo 15 anni e il 22 settembre ero al cinema con mia sorella e le mie amiche a vedere Il Corvo.

È iniziato tutto da lì. La musica, gli abiti neri, l’amore oscuro, l’idea che ci sia qualcosa di incredibilmente romantico nella sconfitta, nella morte che separa gli amanti (ma non del tutto) e il fascino che da quel momento in poi hanno sempre avuto su di me i cimiteri, la poesia, il destino avverso.

Per intenderci, la colonna sonora era questa:

  1. Burn – The Cure (Robert Smith, Simon Gallup, Boris Williams, Perry Bamonte) – 6:39
  2. Golgotha Tenement Blues – Machines of Loving Grace (Scott Benzel, Mike Fisher, Stuart Kupers, Thomas Melchionda) – 4:01
  3. Big Empty – Stone Temple Pilots (Dean DeLeo, Scott Weiland) – 4:56
  4. Dead Souls – Nine Inch Nails (Joy Division) – 4:54
  5. Darkness – Rage Against the Machine (Rage Against the Machine) – 3:41
  6. Color Me Once – Violent Femmes (Gordon Gano, Brian Ritchie) – 4:09
  7. Ghostrider – Rollins Band (Martin Rev, Alan Vega) – 5:45
  8. Milktoast (also known as Milquetoast) – Helmet (Page Nye Hamilton) – 3:59
  9. The Badge – Pantera (Poison Idea) – 3:54
  10. Slip Slide Melting – For Love Not Lisa (For Love Not Lisa) – 5:47
  11. After the Flesh – My Life with the Thrill Kill Kult (Buzz McCoy, Groovie Mann) – 2:59
  12. Snakedriver – The Jesus and Mary Chain (William Reid, Jim Reid) – 3:41
  13. Time Baby III – Medicine (Jim Goodall, Brad Laner, Jim Putnam, Ruscha, Beth Thompson) – 3:52
  14. It Can’t Rain All the Time – Jane Siberry (Graeme Revell, Jane Siberry) – 5:34

Brandon Lee è morto durante le riprese, a pochi giorni dal suo matrimonio, colpito a morte da una pistola che sarebbe dovuta essere caricata a salve. Destino avverso. Amore e morte. Bellezza e sconfitta.

When routine bites hard
And ambitions are low
And resentment rides high
But emotions won’t grow
And we’re changing our ways
Taking different roads
Love, love will tear us apart again

Joy Division, Love will tear us apart

Il romantico eroe che torna dalla morte per vendicare la sua fidanzata e restituire al mondo un po’ di giustizia impersonato da un attore che sai essere già morto mentre le prime immagini scorrono sullo schermo…

Capite che impatto hanno su una quindicenne dall’animo romantico e malinconico tutti questi pensieri “oscuri”, “strani”, “bizzarri”?

All’improvviso li ritrovi nella musica, nella letteratura e ti senti… salva. Figa. Unica.

Vediamo se riesco a rendere l’idea. Pretty Woman, Dirty Dancing? La mia idea di AMORE è sempre stata più vicina a questa roba qui:

Il grande amore della tua vita muore, tu ti risposi, lei torna in vita per ossessionarti, portare alla morte la tua nuova moglie, finché non la rediviva si riappropria del tuo cuore, del tuo amore, della tua vita… (Ligeia, Poe).

Il grande amore della tua vita viene ammazzato, dopo essere stato stuprato, e tu assisti a tutto e poi vieni ucciso anche tu e, alla fine, torni dal regno dei morti per vendicarti di tutti e restituire a lei la pace. (Il corvo)

Il tuo grande amore ti umilia per tutta la vita perché non ha il coraggio di dire al mondo che ama proprio te, sposa un altro, ma continua ad amare te, poi muore e continua ad ossessionarti con la sua presenza e tu diventi cattivo, cupo, quell’amore ti distrugge dentro… (Cime tempestose, Emily Brontë)

Se amate Baudelaire, il Decadentismo, il Romanticismo o anche il binomio shakespeariano amore/morte allora sapete di che parlo.

Mi pare, a volte, che il mio sangue fiotti
come una fontana dai ritmici singhiozzi.
Lo sento colare con un lungo murmure,
ma mi tasto invano in cerca d’una ferita.

Baudelaire, la fontana di sangue

Il fascino del dark/gothic, per me, è sempre stato questo: una città in fiamme, un mondo schifoso, dove in ogni angolo aspetta la Morte, vite spezzate, solitudini atroci e, in tutto questo, comunque, l’Amore.

Com’è possibile, che qualcuno voglia ancora amarsi, se il mondo fa così schifo? Com’è possibile che qualcuno voglia ancora amarsi se sa che prima o poi quell’amore lo trafiggerà, lo tradirà, semplicemente, morirà?

È coraggio? O solo stupidità?

Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?

Fedor Dostoevskij, “Le Notti Bianche”

La tristezza è un diritto. Ecco, il fascino del dark: nessuno ti dice che DEVI essere felice. Nessuno che ti dice che DEVI sorridere. Vai bene così, a volte triste, a volte felice, a volte cinico, altre romantico. E se trovi qualcuno che capisca questo, allora l’hai trovata (la persona giusta, intendo), per tutto il resto ci sono i libri, la musica, i film.

Sì, ci sono canzoni e poesie che parlano di te, della tua innata malinconia, perché a volte si nasce così, come se appartenessi a un’altra epoca e fossi condannato, ogni giorno, a provare nostalgia per qualcosa vissuto chissà dove, chissà con chi, chissà in quale tempo.

Il fascino del dark è nell’idea che il peso che porti, l’incomprensione che senti, le tue colpe siano tutt’uno con te stesso, formino la tua sensibilità. Non c’è nulla di male se perdi, perché la sconfitta ti rende ciò che sei.

Comunque a quindici anni ti senti una scema, ti vergogni di dire che scrivi storie, che leggi, vuoi essere come gli altri ma anche no. Vorresti piacere a tutti, ma anche no. La verità è che a quindici anni non c’è quasi nessuno che possa capirti, tranne la musica, tranne i libri. Quelli giusti, s’intende.

E quindi, rispondo ora alle domande che mi facevano a quindici anni, alle quali non ho mai voluto/saputo rispondere. Lo faccio con gli Smiths, perché a quindici anni mi sarebbero servite tanto le loro parole (comunque li ho scoperti pochissimi anni dopo e mi hanno messo in pace con me stessa).

Perché vesti sempre di nero?

Perché ho bisogno di dire al mondo che a volte, con tutti i suoi colori, i suoi sorrisi finti, mi sembra così falso, così ridicolo, così poco all’altezza della mia sensibilità.

I wear black on the outside
‘Cause black is how I feel on the inside

The Smiths – Unloveable

Perché ascolti musica deprimente?

Perché ci sono canzoni che parlano di me più di altre. Perché voglio canzoni che mi dicano che va bene piangere, va bene a volte volersene stare da soli, che non devi per forza amare tutti, che non devi per forza sorridere a tutti.

In my life, why do I give valuable time
To people who don’t care if I live or die?

Heaven Knows I’m Miserable Now, The Smiths

Perché non sorridi mai?

Perché non sorrido a tutti. Non voglio sorridere a tutti, conservo il mio sorriso per chi amo. Lo tiro fuori quando mi sento al sicuro. Quando mi illudo che la persona a cui sorrido non lo userà per farmi male. O forse, sfidando proprio questa possibilità.

And if you have five seconds to spare
Then I’ll tell you the story of my life
Sixteen, clumsy and shy
I went to London and I

Half a Person, The Smiths

Comunque a me gli Smiths hanno sempre messo allegria, per dire.

Quindi, se a quaranta anni suonati (a breve quarantuno) posso dire di essere riuscita a convivere con la mia malinconia e con un cassetto di sogni spezzati, mentre ancora guardo al futuro, con una specie di cieca speranza, che forse è coraggio, forse è stupidità, lo devo al dark, alla musica scoperta quel giorno a quindici anni, agli Smiths, a Baudelaire, a Poe, ai Joy Division, a tutto quello che mi ha fatto capire che andavo bene anche così, imperfetta, incazzata, triste, delusa e poi inspiegabilmente ottimista, che andavo bene anche così, ad aspettare qualcosa, dietro l’angolo, in una città qualunque dove la maggior parte della gente ti chiede di sorridere, perché non gliene frega niente, in realtà, se quel sorriso è vero o falso.

Angelica adolescente vi saluta oscuramente.

3 thoughts on “Perché ti vesti di nero, ascolti musica triste e non sorridi mai?”

  1. Come outsider ti capisco benissimo, io apprezzo molto la cultura gotica, che seguo, sono più sul nerd e sull’otaku e anch’io negli anni ho dovuto affrontare tante critiche, tenendo conto tra l’altro che da un certo punto in poi ho basato su queste cose la mia vita lavorativa. Vai sulla tua strada e comunque Il corvo è un film bellissimo.

    1. Grazie Elena 🙂 Sì, negli anni è stato davvero difficile cercare di sfuggire agli stereotipi, lo è tuttora che di dark mi è rimasto praticamente solo lo spirito e che non vesto più (solo) total black! Sì, il Corvo è un film bellissimo!

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