In che stato d’animo si va a vedere un film da cui ti aspetti tantissimo? Hype a mille e paura nella stessa misura, perché non c’è cosa peggiore della delusione, quando si tratta di fandom. Non per riaprire vecchie ferite, ma Animali Fantastici e dove trovarli doveva essere tra i miei filmoni del 2016 e invece si è rivelato una completa delusione, come scrivo qui.
Per il nuovo episodio dell’Universo di Star Wars nutrivo aspettative altissime, nonostante il tentativo di restare coi piedi per terra. Vi farà piacere sapere che queste aspettative non sono state deluse!
Questa sarà una recensione spoiler free, ma se non volete proprio saperne nulla, allora andate prima a vedere il film!

Per cominciare, diciamo che questo episodio si colloca tra Episodio III e IV, quindi possiamo definirlo uno Star Wars 3.5. Le vicende coprono l’arco temporale che va dalla costruzione della Morte Nera alla missione ribelle che riesce a rubare i piani per distruggerla e consegnarli alla principessa Organa. Insomma, è una specie di “Com’è cominciato tutto”. Già per questo motivo, le emozioni sono tantissime: sappiamo come tutto è finito, proprio per questo è ancora più epico capire come tutto sia iniziato.

È un film di guerra, molto più di quanto non sia stato Episodio VII, che per molti è stato deludente (non per me). Di Episodio VII ho apprezzato il ritorno alle origini, con una trama scanzonata e che punta ad avvicinare le nuove generazioni all’universo creato da George Lucas. A metà strada tra omaggio e operazione commerciale, l’ho trovato comunque un bel film, godibile, con diversi difetti, ma un buon modo per passare il testimone dalla vecchia alla nuova generazione.

Rogue One, invece, è un film fatto apposta per entusiasmare la vecchia guardia, i fan della trilogia originale, quelli che (come me) considerano insuperabili gli episodio IV, V e VI. Bene, Rogue One è riuscito a scalzare episodio VI dalla vetta e tutti gli altri episodi a seguire.

Perché mi è piaciuto così tanto?

Azione: questo è un film di guerra, pieno di combattimenti serrati, in cui finalmente vediamo l’Alleanza Ribelle agire, non sempre secondo valori positivi, anzi. I Ribelli di Rogue One sono persone che hanno commesso delitti in nome della Causa . Se Episodio VII aveva deluso proprio per questo aspetto, Rogue One vi farà salire l’adrenalina a mille!
Personaggi: ancora una volta una protagonista femminile, è Jyn, figlia di Galen Erso, uno scienziato imperiale. Sarà lei a condurre la missione che porterà i Ribelli a rubare i piani per la distruzione della Morte Nera. Jyn non è una protagonista coinvolta con la causa, le sue ragioni sono personali e ci metterà un po’ a capire che è finita in una cosa molto più grande di lei, ma la maniera in cui ne prende consapevolezza rende tutta la vicenda epica. Riuscitissimo anche il droide K-2SO, al quale è affidata la line-up comica dell’intera pellicola (assieme a qualche sketch tra il monaco cieco Chirrut Îmwe e il guerriero Baze Malbus, che si uniscono alla missione, due personaggi meravigliosi il cui rapporto mi ha ricordato quello fra Han Solo e Chewbecca). Ho apprezzato moltissimo anche Cassian Ador, ribelle che accompagna Jyn alla ricerca del padre, anche la sua evoluzione è epica e commovente, è un personaggio che ci viene presentato con le sue ombre, che si è macchiato di delitti in nome della causa ma che nel corso della missione scoprirà anche la libertà di decidere secondo la propria etica. Infine, bellissimo anche il personaggio di Bodhi Rook, un pilota imperiale che dà il via all’avventura, portando ai ribelli un messaggio da Galen Erso, quello che darà il via alla missione. La sua forza la capiremo man mano che la vicenda procede, non è solo un messaggero, è parte integrante del team Rogue One.
Tutti i personaggi hanno un loro peso all’interno della trama, nessuno viene dimenticato, tutti danno il loro contributo, tutti hanno il loro momento.
La Forza: Non ci sono spade laser, ma c’è la Forza, molto più che in Episodio VII, per fare un esempio. Serpeggia dovunque, anche senza lightsaber. La Forza è l’ingrediente che tiene insieme il gruppo Rogue One. La si sente nascere (o meglio rinascere, in attesa che esploda con l’arrivo di Luke) ed è strettamente connessa alla speranza (Una nuova Speranza, episodio IV). Questo è il momento in cui speranza e Forza rinascono e che porteranno alla salvezza della Galassia.
Darth Vader: compare per pochissimi minuti, ma quei minuti valgono tutto il film. Giganteggia nell’epico finale: la sua è l’unica spada laser che vediamo, anche questo profondamente significativo. I Sith ci sono, il male possiede le sue armi: ora tocca ai Jedi tornare in vita, lo faranno come sappiamo tutti, e il gruppo Rogue One prepara il terreno della riscossa.
Il passato e il futuro: oltre alla principessa Organa e al Governatore Tarkin, ricostruiti in cgi, e allo stesso Darth Vader, vedremo C3Po ed R2D2, anche se solo per un momento. Collegamenti bellissimi e intensi, che riportano al nostro passato di fan (la trilogia originale) e al futuro della storia (le vicende che seguiranno al furto delle planimetrie della Morte Nera). È un film, dunque, che fa da prequel alla trilogia originale e non solo: aggiunge, spiega, rende ancora più epica la vicenda che seguirà. Prepara gli animi alla riscossa, è un film che possono vedere i nuovi fan e quelli storici, senza rimanerne delusi.
La regia: La regia di Gareth Edwarts è bellissima, potente e spettacolare: la prima parte è, come di consueto, dedicata alla presentazione dei personaggi. Non ci si sofferma su aspetti inutili, si va dritti al punto, perciò comprendiamo fin da subito chi è Galen Erso e a cosa ha rinunciato, suo malgrado, a quale punizione si è sottoposto pur di salvare sua figlia. Conosciamo Jyn, il suo coraggio e il dolore per essere stata abbandonata e aver visto la sua famiglia distrutta. Conosciamo Cassian e i suoi modi spicci, pur di eseguire gli ordini. Ogni personaggio entra in scena e in pochi minuti comprendiamo chi è, a che punto della sua vita si trova e quali sono le ombre e le luci che possiede. Poi la storia prosegue, ci spostiamo nella Galassia, conosciamo speranze e disillusioni, mentre la trama principale si comincia a delineare. Una parte centrale un po’ più lenta, ma utile a mettere a posto tutti i tasselli per un finale trionfante e terribilmente commovente.
Il cattivo: Il Direttore Imperiale Krennic è il cattivo che ci viene presentato a inizio film, non è un cattivo epico, lo sappiamo bene, perché sappiamo che alle sue spalle c’è il cattivo più epico della storia del cinema, Darth Vader. Eppure, gli impedimenti che dissemina lungo il cammino dei protagonisti sono l’ombra di ciò che i ribelli dovranno affrontare a breve. È un cattivo che fa da apripista a ciò che sappiamo ci aspetta: il Lato Oscuro. Per cui funziona, funziona terribilmente, perché nessun cattivo potrebbe mai sostituire quella gigantesca figura che è Darth Vader, allora inutile tentare di crearne uno: Krennic è solo un’arma nello stock di armi infinite usate dal Lato Oscuro, in attesa che scenda in campo la più grande di tutte, Darth Vader.

Consiglio spassionato? Andate a vederlo. Sia che siate stati delusi da Episodio VII, sia che non conosciate affatto l’Universo di Star Wars, Rogue One è un modo eccezionale di innamorarsi di nuovo e per la prima volta!

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