Dafne & l’Amore è quel libro che neanche sapevo di voler scrivere, ma che è stato il più divertente da scrivere. Fino al momento in cui la mia incasinatissima protagonista è comparsa sullo schermo del mio computer, col suo ingombrante carico di fissazioni, problemi, scazzi e assurdità varie, ma anche di sogni, passioni, parole, musiche e desideri, ho continuato a pensare che se c’era un genere che di certo non avrei mai esplorato (come lettrice ma soprattutto come scrittrice) era il genere romance/chick-lit, insomma la letteratura rosa.

Non che le storie d’amore letterarie non mi piacciano, anzi. Quando la trama di un libro bello è arricchita da un amore appassionante, quel romanzo per me diventa perfetto. Sono cresciuta con i grandi classici: Tom Jones di Henry Fielding, Jane Austen, Cime tempestose, Anna Karenina… libri che contengono storie d’amore immortali e appassionanti, ma non soltanto quelle, perché sono storie con personaggi indimenticabili, uno stile avvolgente, una struttura perfetta.
Ecco, la mia diffidenza verso il genere romance derivava dal fatto che non mi interessava leggere soltanto una storia d’amore, argomento per me piuttosto noioso, volevo invece leggere storie in cui l’amore avesse un ruolo importante, non fosse banale.

Figuriamoci poi che opinione potevo mai avere della letteratura chick-lit se già il nome basta a scuotere le fondamenta della mia anima femminista: letteratura per pollastrelle? Bleah. E invece, siccome penso fermamente che tutti i pregiudizi, di qualunque natura, siano stupidi, ho dovuto imparare – sulla mia pelle – che anche quello nei confronti della cosiddetta letteratura per pollastre (sì, il termine continua a non appassionarmi) lo era.
Perché un libro non si giudica dalla copertina, ma neanche dal genere cui appartiene, perché in realtà il genere è una cosa inventata da librai ed editori per vendere meglio. Un libro si giudica dalla qualità della scrittura e dalla trama, dai temi che affronta e da come li affronta.
Anzi, a dire il vero ho sentito dire a Walter Siti che, ad esempio, per lui la trama conta meno dello stile, che è ciò che definisce davvero lo scrittore. E più o meno credo che questo fosse il pensiero di Nabokov, che dello stile ha fatto il suo tratto distintivo. Se la letteratura è divertimento e lo scrittore è bravo, anche una storia d’amore tra due zanzare può essere appassionante (Kafka racconta di un gigantesco e disgustoso bagherozzo ne La metamorfosi ed è uno dei romanzi più appassionanti, commoventi e spaventosi del mondo).

Tutto questo per dire che, senza essere un’appassionata di letteratura rosa (anzi!), in pochissimo tempo, agilmente e divertendomi anche un sacco, ho scritto il mio primo romanzo classificabile come romance o meglio ancora come chick-lit: Non farti lasciare a Natale, in cui Dafne, la protagonista quasi-trentenne misantropa e rockettara, viene lasciata pochi giorni prima di Natale dallo storico fidanzato e si mette in testa di procurarsene uno nuovo e migliore (anzi di trovare il suo Uomo Ideale) entro la vigilia. Il suo Uomo Ideale (sì con le lettere maiuscole perché è in pratica una creatura metafisica) dovrebbe avere l’aspetto di una rockstar e la sensibilità di un artista o essere Mr. Darcy. A questo primo romanzo poi ne sono seguiti altri due, scritti con la stessa gioia e lo stesso divertimento che traspare – come mi hanno detto in molti – anche dalle pagine.
Una delle caratteristiche di Dafne & l’Amore, infatti, è che si tratta sì delle mille peripezie di questo disastro di ragazza alla ricerca del Vero Amore, ma soprattutto dei guai in cui s’infilano tutte le persone che inseguono standard impossibili, inventati di sana pianta, sul piano sentimentale, ma anche lavorativo e relazionale.

Insomma, con Non farti lasciare a Natale ho affrontato la ricerca del Vero Amore, qualunque cosa significhi “Vero Amore”, in Non farti licenziare a Natale, Dafne è alla prese con la ricerca del Lavoro Ideale in un mondo di disoccupazione e capi che vogliono pagarti in visibilità e, infine, in Non Farti incastrare a Natale, Dafne dovrà vedersela con la vita in generale, che è fatta di tante cose, alcune delle quali sono una rottura pazzesca. Eppure, crescere vuole dire anche saperle accettare.
Ecco, Dafne & l’Amore non è solo chick-lit (anche se ci rientra perfettamente e con orgoglio) ma è anche un romanzo di formazione un po’ sballato, un Bildungsroman con colonna sonora post-punk, la cui protagonista si fa amare e odiare contemporaneamente, perché Dafne siamo noi e le nostre amiche e le nostre sorelle, tutte, chi più chi meno, alle prese con il difficile compito di far combaciare immaginazione e realtà mentre – se somigliate un po’ a Dafne – imprecate come scaricatori di porto.
Dafne & l’Amore esce in versione completamente rinnovata e in una nuova veste grafica e comprensiva di tutti e tre i volumi il 9 maggio 2025 per Pav Edizioni. Se sarete presenti al Salone del Libro, potete pre-ordinarlo utilizzando il link in basso. Il pre-order è importantissimo, è un atto di fiducia e amore da parte del lettore che consente ad autore ed editore di capire la potenzialità del libro.
