Sapete chi è nato oggi? Oggi è nato l’uomo a cui, noi amanti del fantasy, dobbiamo tutto. Sì, oggi è il compleanno del Professore per eccellenza, J.R.R. Tolkien. Così, ho deciso di festeggiarlo dandovi 10 ottimi motivi per leggere il Signore degli Anelli.

Il Signore degli Anelli è il Libro Fantasy per eccellenza, il punto di riferimento di tutti i lettori appassionati di fantasy e non solo. Un libro che in casa dovrebbero avere tutti (tipo Bibbia, solo una Bibbia molto più utile a mio avviso).

Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien è il libro che mi ha fatto amare il fantasy ancora prima di leggerlo… ebbene sì. Il mio primo incontro con Tolkien è avvenuto quando ero solo una bambina: mio padre è un grande fan e mi raccontava la storia dell’Unico Anello così come mi raccontava miti classici e leggende popolari. È stato lui a farmi vedere un vecchissimo cartone animato. Quel cartone lo ricordo benissimo soprattutto perché s’interruppe sul più bello (maledetti). Ho amato Tolkien, prima ancora di leggerlo, insomma.

Questi sono i miei personalissimi motivi per cui tutti dovrebbero prima o poi entrare nel meraviglioso mondo di Tolkien. Sono motivi da fan, quindi considerateli delle riflessioni concepite sull’onda dell’entusiasmo (astenersi esperti di Tolkien con la puzza sotto al naso, nella vita ahimè ci toccano pure loro).

1. Il fantasy non è per bambini

Chi considera il fantasy un genere per ragazzini, qui dovrà rivedere tutte le sue convinzioni. Un romanzo in cui ci sono elfi, nani, hobbit e magia non è solo una fiaba. È una ricostruzione fedele e approfondita di un mondo complesso e magnifico, analizzato in tutte le sue componenti: dalla geografia, alla storia, alla storiografia, alle lingue.

Non è una lettura semplice. È un romanzo che può affrontare solo chi ama davvero i libri. Tolkien è riuscito a dare realismo a un universo completamente inventato, non troverete un’incongruenza nella sua maniacale ricostruzione di Arda. Certo, l’ha inventata lui, ma secondo regole molto precise.

Chi leggerà Il Signore degli Anelli si renderà conto di che immane lavoro il Professore ha fatto per arrivare a raccontare questa storia, che è solo una delle infinite possibili storie che potrebbero essere ambientate nel suo universo.

2. I grandi sentimenti umani

Il Signore degli Anelli è anche la storia di grandi sentimenti: la gloria, la tragedia, l’amore, l’amicizia, la vendetta, l’epica. I sentimenti cupi e quelli limpidi s’incrociano e scontrano nella ricostruzione della lotta primordiale da cui ha origine tutto: quella fra Bene e Male. Scoprirete che gli esseri viventi sono sempre mossi da uno scopo, buono o cattivo. Tutti hanno un valore da perseguire, tutti sono da un lato o dall’altro della barricata. Tutti scelgono, anche chi non sceglie.

3. La diversità è un valore

Nel Signore degli Anelli troverete tantissime razze e popoli diversi, con storia, usi e costumi, lingue, consuetudini diversi. Capirete che ogni realtà ha il suo perché, che non c’è ragione di temere ciò che sembra diverso e che la diversità può diventare una forza, se le motivazioni sono comuni. Nella grande lotta contro il Male, vedrete schierati dalla stessa parte elfi, nani, umani, addirittura spiriti guardiani degli alberi, creature che si sono fatte la guerra per secoli ma che di fronte alla minaccia più grande, scopriranno che è nell’unione delle diversità che si può affermare il diritto alla vita.

4. Il coraggio dei piccoli

Gli Hobbit, creature pacifiche, non di certo guerrieri, sono il vero perno della storia, il deus ex machina della vicenda. Frodo porterà l’anello. Sam sarà la sua spalla principale. Merry e Pipino saranno protagonisti di battaglie importanti e si riveleranno fondamentali. Grazie al coraggio di questi piccoli uomini, non avvezzi alla guerra, la Terra di Mezzo ha una speranza. È un insegnamento importantissimo per tutti coloro che di fronte alle difficoltà pensano non sono abbastanza forte. Può farcela chiunque, con coraggio, se lo scopo è quello di proteggere ciò che si ama. La forza è anche nelle piccole scelte quotidiane, nel coraggio di schierarsi dalla parte giusta.

5. La forza della Natura

L’ultima marcia degli Ent, fra le creature più antiche di Arda, è uno dei momenti più epici del Signore degli Anelli, per quanto mi riguarda. Gli Ent sono i Pastori degli Alberi, proteggono le creature vegetali dalle altre razze. Sono l’espressione più viva della Natura.

Ed è con la marcia degli Ent che inizia la distruzione del male: Saruman viene sconfitto, travolto dal potere di Madre Natura, come succede a chi ferisce e fa a pezzi la parte più antica del mondo. Una metafora che va benissimo anche oggi.

6. L’oscuro potere degli oggetti

Tolkien introduce l’idea (inquietante) di un oggetto, un minuscolo anello, che contiene così tanto potere da poter rovesciare le sorti delle razze viventi. L’anello è un simbolo, è il simbolo del Male, un male affascinante e all’apparenza innocente, che incatena piano, si fa strada nell’anima e la trasforma.

Il fascino discreto del male, insomma, racchiuso in un oggetto apparentemente innocuo, al quale sono gli altri a dare valore. Da dove nasce il potere dell’anello? Forse proprio dal fatto che tutti vogliono entrarne in possesso.

7. Non tutto il Male viene per nuocere

Uno dei personaggi più complessi di tutta la storia è Gollum/Smeagol. È l’incarnazione di quello che il Potere fa a coloro i quali non sanno resistergli: Smeagol era una mente semplice, ma per procurarsi l’anello e strapparlo a suo cugino Deagol che l’aveva ritrovato sul fondo di un fiume, lo uccide. L’assassinio è il punto di svolta, rappresenta l’atto estremo nella corsa al potere, il punto di non ritorno.

Da quel momento in poi Smeagol perde la sua identità, diventa Gollum, una creatura intimamente legata all’anello, uno schiavo del potere. Gollum parla con se stesso, o (come l’ho sempre letto io) col cugino Deagol che ha ucciso, portandosi dietro il peso dell’anello e quello della colpa.

La cosa che mi ha sempre affascinato in questo personaggio così complesso è stata la capacità di Tolkien di dargli una sua dignità. Nonostante la follia, la perversione, la malvagità interiore, l’aspetto inquietante, proviamo per Gollum sentimenti contrastanti.

Lo odiamo, certo, ma non del tutto, non come odieremmo un nemico possente. Gollum è una mente semplice che il Male ha distrutto e venuta a galla la sua storia, lo compatiamo (è lo stesso processo che segue Frodo).

Senza Gollum, l’intera storia dell’anello non sarebbe stata la stessa, senza Gollum probabilmente Sauron avrebbe vinto. Gollum, il malvagio, folle, il patetico, la creatura che gioca un ruolo limitare in tutta la storia, la comparsa dagli occhi inquietanti che insegue l’anello, alla fine sarà la chiave di volta.

Tolkien non gli restituisce la dignità, attenzione: ma gli regala un ruolo fondamentale nella storia, che è la giustificazione della sua presenza, come dire che il Male e la corruzione fanno parte della vita e possono volgersi a nostro favore, a volte.

8. Da Tolkien nasce tutto

Chi ha letto il Signore degli Anelli si sarà reso conto di quanto Tolkien debba ai miti e alle leggende antiche. Tolkien era uno studioso di filologia germanica e nel suo capolavoro ha inserito la conoscenza e la passione per l’antichità. Il suo mondo è credibile, anche se di fantasia.

Chi ama le leggende e la mitologia s’innamorerà delle appendici che fanno da contorno al libro. È da lui che, si può dire, abbia preso piede il fantasy come genere letterario. Tutto ciò che è venuto dopo, in qualche modo torna a Tolkien. George RR Martin, Marion Zimmer Bradley, J.K. Rowling, per citarne alcuni, non esisterebbero neanche, probabilmente, senza Tolkien.

9. Le mappe

Una delle cose che amo di più del Signore degli Anelli sono le magnifiche mappe che corredano la storia. La mappa è il passaggio più immediato per un altro mondo: rende i luoghi, le distanze, i toponimi, estremamente reali. Provate a immergervi in una delle fantastiche mappe della Terra di Mezzo: vi ritroverete catapultati immediatamente nella storia.

10. C’è speranza per il genere umano

Il Signore degli Anelli racconta  anche il ritorno degli Uomini. Gli Uomini sono, per aspetto, simili agli Elfi, ma mortali; hanno paura della morte e questa paura spesso li ha portati a scegliere il male. Tolkien insegna, invece, che la morte è un dono, consente agli uomini di non essere legati per sempre al destino della Terra di Mezzo, di scegliere di rendere la loro (breve) vita degna del tempo concesso.

Il Signore degli Anelli è la storia del rinato coraggio degli Uomini, che si esprime nella crescita pagina dopo pagina di Aragorn/Granpasso, da ramingo senza nome e senza storia a re. Aragorn, prima di tornare a essere il sovrano che è nato, dovrà riconquistare ciò che i suoi antenati hanno perso: la fiducia negli Uomini, che si sono lasciati corrompere dal potere e hanno quasi distrutto il mondo conosciuto. Gli uomini sono stati deboli, ma possono essere forti, se uniti. Aragorn li unirà: cancellerà le vecchie inimicizie e riunirà sotto un’unica corona gli Uomini.

Bonus: 11. Gandaf

Il mio personaggio preferito… sì, sono banale, non posso farci niente. Gandalf è il mago saggio e potente che combatte accanto ai protagonisti della storia, che aiuta, insegna e se necessario si sacrifica per la causa.

Gandalf è quel personaggio che quando la battaglia sembra perduta arriva e salva tutti, è colui che asciuga le lacrime e sparge perle di saggezza. È il motore del cambiamento e, nonostante il suo potere enorme, non è invincibile, conserva le paure e le debolezze tipiche degli esseri umani, ma ha imparato a superare i propri limiti. Non può portare l’anello, ma può aiutare il portatore a distruggerlo. E poi… sconfigge un Balrog, dio mio.

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