Nel 2020 ho letto poco, come del resto già accaduto nel 2019. 23 libri (quelli che ho ricordato di segnare su goodreads, ma più o meno siamo lì) sono davvero pochi, ma il tempo è stato quel che è stato, visto che, nonostante la pandemia, ho lavorato come un asino e che la voglia, nei momenti propizi, non era proprio al massimo. In ogni caso, questi sono i libri più belli del 2020.

La campana di vetro, Sylvia Plath

Libro potente, tragico, crudele. Scritto, per ammissione della stessa autrice, “per dare sfogo alla piccola terribile allegoria ancora una volta prima di potermene liberare”. Testimonianza spietata di un mondo, pragmatico e privo di vie d’uscita, che considera la poesia polverosa, ridondante, perfino ridicola, se paragonata ai veri valori della società: un buon lavoro, un matrimonio, dei figli, una bella casa.

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La fattoria degli animali, Orwell

Questa è stata più che altro una rilettura, perché La fattoria degli animali l’avevo già letto al liceo. Letto, poi, è un modo di dire: lo avevo studiato, di malavoglia, il che mi ha spinto a rileggerlo, perché anche allora ne avevo captato le potenzialità. Non c’è bisogno che sia io a dire che razza di altissimo valore culturale abbia questo brevissimo romanzo, a metà strada fra la commedia e la tragedia, uno dei capisaldi del genere distopico, nella sua accezione più classica. Si parte da quella che dovrebbe essere un’utopia, un’organizzazione paritaria, che parta dal basso e abbatta il sistema dei padroni, e si arriva a una vera e propria dittatura, con relativo appiattimento delle volontà individuali a vantaggio di un’unica identità sociale. La feroce critica di Orwell alla Rivoluzione Russa e al Comunismo di Stalin.

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Quel che affidiamo al vento, Laura Imai Messina

Romanzo delicato, sul valore della vita umana e dei ricordi, una ventata di speranza per chiunque. La storia s’ispira a due cose che riguardano strettamente il Giappone: il primo è il Telefono del Vento, un luogo ch’esiste davvero nel nord-est del paese e dove è possibile entrare in una vera cabina telefonica, alzare la cornetta collegata al nulla e parlare con i propri cari scomparsi. L’altro elemento è lo Tsunami del 2011, uno degli eventi più tragici del recente passato, una ferita profondissima per il paese.
Storie di dolore, di morte, di vuoto, ma anche storie di vita, rinascita e speranza.

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Patagonia Express, Luis Sepulveda

Il Coronavirus ce l’ha portato via e io ho voluto celebrare la meraviglia di questo autore con la lettura di Patagonia Express, il diario di viaggio di Sepulveda in Patagonia e nella Terra del Fuoco. Un’avventura incredibile ambientata in uno dei luoghi più belli del mondo, dove trovano posto le storie di personaggi indimenticabili.

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Abbiamo sempre vissuto nel castello, Shirley Jackson

Dopo aver visto The hauting of Hill House su Netflix mi sono ripromessa di approfondire l’autrice dal cui libro la serie era stata tratta, ossia Shirley Jackson. Sì, ho comprato anche Hill House, ma ho preferito iniziare da Abbiamo sempre vissuto nel castello per farmi un’idea tutta mia, senza influenze. La scrittura della Jackson è un mix felicissimo di tensione e ironia, c’è quell’amore per i dettagli insani e gli angoli bui della mente umana che mi piace particolarmente. Abbiamo sempre vissuto nel castello è la storia di due sorelle molto legate la cui famiglia è tragicamente scomparsa, tutta insieme, una notte di sei anni prima. Chissà come. Chissà perché.

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Follia, Patrick McGrath

Una storia d’amore che è anche una storia di follia, perché in fondo che altro è l’amore? Soprattutto quello perverso e malato tra uno psicopatico e la moglie di uno psichiatra. Questi sono gli elementi da cui la storia prende piede, il racconto è affidato al terapeuta della donna, che con un linguaggio scientifico e razionale, ci racconta la storia di un’ossessione sessuale.

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Fairy Oak, la storia perduta, Elisabetta Gnone

Con La storia perduta Elisabetta Gnone è tornata a Fairy Oak dopo anni dall’ultimo volume. La storia perduta è un racconto sulle origini, sul valore fondamentale della storia, della cultura, sulla necessità di andare oltre le apparenze, di sconfiggere i pregiudizi, e di spezzare le regole comuni, sempre alla ricerca della verità e delle radici profonde che, in fondo, ci uniscono tutti in quanto esseri umani, esseri viventi e, in generale, elementi di questo sconfinato e bellissimo universo. La Storia Perduta è un libro meraviglioso, non perdetevelo assolutamente.

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