L’anno scorso, mentre leggevo La figlia di Odino era agosto e mi trovavo immersa nella fredda estate inglese, un clima perfetto per una lettura di questo tipo. Oggi, invece, con più di trenta gradi, mi trovo immersa in un bagno di sudore, davanti al mio caro Mac per scrivere la recensione del secondo libro della serie Raven Rings di Siri Pettersen, edita Multiplayer Edizioni: Il Marciume e, capitemi, è tutta un’altra cosa. Ma non lamentiamoci: se già state soffocando per il caldo, diversi brividi può darveli la lettura che vi propongo oggi!

Titolo: Il Marciume
Autore: Siri Pettersen
Serie: Raven Rings #2
Preceduto da: La figlia di Odino (recensione)
Editore: Multiplayer Edizioni
Genere: Fantasy
Data di pubblicazione: 17/05/2018
Pagine: 492
Prezzo: 21.00 €
Link acquisto: Cartaceo

Trama: Hirka è prigioniera di un mondo morente, divisa tra cacciatori di teste, nati dalle carogne e la nostalgia di Rime: per rivederlo sacrificherebbe ogni cosa. Nel nostro mondo a lei sconosciuto, è un bersaglio facile e la lotta per la sopravvivenza non è nulla rispetto a ciò che accadrà quando prenderà coscienza della propria identità. La fonte del marciume ha bramato la libertà per mille anni. Una libertà che soltanto Hirka può dare.

Siri Pettersen conferma il suo talento di storyteller, intessendo una storia che mescola fantasy e realtà, tradizione e modernità, passato e presente: popolano le pagine di questo secondo volume inquietanti leggende, folklore, amore, passione, sensualità, ghiaccio, pioggia, solitudine, sangue. Il sangue, poi, scorre letteralmente a fiumi: tanti i debiti da pagare e le vendette da realizzare. L’arrivo di due nuovi, maestosi, personaggi e l’ambientazione leggermente diversa regala a questo secondo volume un sapore nuovo e avvincente.

I punti di vista: Hirka e Rime, divisi

Purtroppo sì, alla fine del primo volume Hirka, sacrificandosi per il bene di tutti, ha dovuto dire addio al suo bellissimo e coraggiosissimo Rime, col quale c’era appena stato un passionale bacio. I due ragazzi accettano il destino: Hirka, attraversando i cerchi dei corvi, svanisce, lasciando il nostro bel guerriero tutto solo. Ripartiamo proprio da questa separazione, perché se nel primo volume i POV erano tre (Hirka, Rime e Urd che ci ha lasciato proprio alla fine del libro), in questo secondo volume i due punti di vista principali, Hirka e Rime, fanno parte di due ambientazioni diverse: Hirka, infatti, attraversando i cerchi dei corvi si è ritrovata in un mondo popolato da figli di Odino come lei (cioè senza coda… cioè… NOI!), più precisamente Hirka si trova in Europa, vive in una chiesa. Rime, invece, è ancora a Ymslanda, è il più giovane portatore del corvo che il Consiglio abbia mai avuto, ma proprio per la sua natura ribelle e rivoluzionaria non è ben visto dalla maggior parte dei membri – conservatori – del Consiglio. Inoltre, la morte di Urd ha lasciato ombre inquietanti.

Tutto il romanzo è narrato con un alternarsi di capitoli in cui il pov è ora di Hirka e ora di Rime, questo ci permette di passare dal nostro mondo a quello di Rime continuamente e di allargare moltissimo i confini della storia. Hirka si trova bloccata nel nostro mondo che, però, non è esattamente come lo conosciamo noi: antiche leggende, inquietanti creature e millenarie maledizioni tengono uniti figli di Odino, nati dalle carogne e Ymslandesi e Hirka si ritroverà al centro di tutto questo, scoprirà qualcosa in più delle sue origini, farà la conoscenza di alcuni personaggi memorabili: Stefan, cacciatore di reietti, Allegra, una donna infelice e sola e poi Naiell e Graal, di cui non posso dirvi di più, ma sappiate che entrambi cattureranno tutta la vostra attenzione.

So che la domanda di tutti quanti i fan della ship Hirka/Rime si fanno è: “riusciranno i nostri eroi a coronare il loro sogno d’amore in questo volume?”, per conoscere la risposta dovrete leggere Il marciume, tenendo conto, comunque, che Siri Pettersen ama i twist plot e la suspense!

Il marciume, la superstizione, il nostro pianeta

Cos’è il marciume? La parola non lascia adito a fraintendimenti: il marciume è putrefazione, puzza di morte, decomposizione. É così che Hirka vede il nostro mondo, spostandosi di città in città: cumuli di immondizia, degrado, la vita frenetica di enormi agglomerati urbani, dove più persone ci sono, meno rapporti umani esistono. A Hirka il nostro mondo appare morente, ferito: e sembra così anche a noi, quando guardiamo con gli occhi di una ragazzina sedicenne che viene da un mondo dove conta ancora il sorgere e il calare del sole, il volo degli uccelli, l’accendersi delle stelle di notte. Il nostro caotico mondo è pericoloso, pieno di insidie ma anche di enormi possibilità, come Hirka scoprirà strada facendo.

L’evoluzione di Hirka, anche in questo volume, è straordinaria: ormai siamo di fronte a una donna, quasi, che sa esattamente cosa vuole e come fare per ottenerlo. Dimenticate, allora, la fragile ragazzina arrabbiata del primo volume: alla fine de La figlia di Odino, Hirka appariva già cambiata, era riuscita ad ammettere, soprattutto con se stessa, di essere innamorata di Rime, si era sacrificata per un bene superiore. In questo secondo volume la posta in gioco sale ulteriormente e le scelte di Hirka saranno ancora più difficili.

Ancora una volta una trama fatta di astuzie e coraggio, oltre che di una sottile, quasi impalpabile, eppure sostanziale, passione: passione intesa come sensualità pura, come amore, come attaccamento alla vita. É una storia di grandi e potenti sentimenti, mette al centro, ancora una volta, il desiderio di potere, di vita eterna e poi la vendetta, il rimorso, i rimpianti. Tutti i sentimenti che hanno reso l’Umanità quella che è ora, tutto ciò che bisogna trovare in una storia epica.

Un mondo stratificato descritto con potenza

Lo stile è sempre quello che abbiamo imparato ad amare: frasi brevi, concise, ma potenti, metafore sempre calzanti, mai abusate, che riescono a descrivere, visivamente, persone, cose, azioni, sentimenti. Anche in questo caso, l’influenza delle leggende nordiche con tutto il loro incredibile simbolismo, così profondo, crudele, diretto, si fa sentire: ed ecco allora che la storia si popola di carcasse di corvi, ballerine nude dal corpo dipinto, sanguinolente stregonerie, mescolate con leggende europee d’origine cristiana e vampiri. Il potere di questa storia è esattamente questo: Siri Pettersen è riuscita a collegare elementi lontanissimi tra loro, dando vita a un universo coerente, cangiante, la cui prospettiva cambia in continuazione e le cui regole iniziano, finalmente, a svelarsi.

Il finale lascia il lettore sul più bello, e va bene così: io non posso che sperare che il terzo e conclusivo volume, arrivi prestissimo!

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