Scritto a quattro mani con Rowan Coleman, l’esordio letterario di Cara Delevingne, la famosa it-girl, modella e attrice, è un romanzo sull’adolescenza, sul bisogno di essere compresi e accettati, sulla necessità di riuscirsi a guardare, come in uno specchio, cogliendo la vera essenza di sé. Oltre a questo, è un buon thriller psicologico con un ritmo incalzante che si fa seguire dalla prima all’ultima pagina. Per forza di cose, sarà una recensione senza spoiler e dunque non potrò scendere, più di tanto, nel dettaglio, ma cercherò di spiegarvi cosa mi è piaciuto e cosa, invece, non mi ha convinto.
[ Recensione SENZA SPOILER ]
Titolo: Mirror, Mirror
Autore: Cara Delevingne, Rowan Coleman
Editore: DeA
Pagine: 356
Uscita: 10 ottobre 2017
Prezzo: cartaceo, 16.90 € | ebook, 9.99 €
Acquista: cartaceo | ebook
Trama:
Niente è come sembra. La verità dello specchio è sempre capovolta.
Red, Leo, Naomi e Rose. Quattro ragazzi diversi ma uniti da un’unica passione: la musica. È stata la musica a renderli non solo una band, i Mirror, Mirror, ma anche una famiglia. Inseparabili. Almeno fino al giorno in cui Naomi è scomparsa nel nulla e la polizia l’ha ritrovata in condizioni disperate sulle rive del Tamigi. Da quel momento niente è più stato come prima: uno specchio si è rotto e un pezzo si è perso per sempre nelle vite di Red, Leo e Rose. Perché Naomi era la più solare di tutti, l’amica migliore del mondo. Ma in fondo al cuore nascondeva un segreto… Un segreto inconfessabile che nemmeno Red aveva fiutato e che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. E mentre Rose si abbandona agli eccessi e Leo si chiude in se stesso, Red non accetta il destino dell’amica: ha bisogno di sapere, di capire. Che cosa ha ridotto Naomi in quello stato? Può davvero trattarsi di un tentato suicidio come crede la polizia? Per scoprire la verità Red dovrà trovare la forza di guardarsi allo specchio, conoscersi e imparare ad amarsi per quello che è. Perché, a volte, bisogna accettare che niente è ciò che sembra e che la realtà può essere capovolta.
L’esordio nella narrativa della top model e attrice di fama mondiale Cara Delevingne, un romanzo dal ritmo serrato e dal finale mozzafiato. Una storia potente, provocatoria e indimenticabile che parla di amicizia e identità, ma soprattutto dell’insolubile conflitto tra quello che si è e quello che si finge di essere.
La mia recensione
Il tema dello specchio non è nuovo, soprattutto se collegato a quell’età indecifrabile e terribile (anche se bellissima e piena di possibilità) che è l’adolescenza: gli specchi sono amici e nemici, soprattutto nemici se ancora non sai chi sei e neanche chi vorresti, in realtà, essere. Leggere questo romanzo, dunque, è come camminare una “casa degli specchi” al Lunapark, le immagini che vediamo sono diverse, deformate, confuse: soltanto alla fine diventeranno chiare. Gli specchi sono dappertutto: nel nome della band (Mirror, mirror), alle pareti, dentro di sé: si tratta di specchi reali ma, soprattutto, metaforici.
Dunque, una storia di adolescenti, la musica, Londra: tre elementi che subito mi hanno attratto. Londra si vede poco, in realtà, nel romanzo, che invece è focalizzato sulle vicende personali dei quattro ragazzi protagonisti: Red, Leo, Naomi e Rose. Il narratore è Red (il batterista dei Mirror, mirror) di cui impareremo a riconoscere fin nel dettaglio le emozioni, i pensieri, i desideri: il suo sarà il percorso evolutivo che, per forza di cose, impareremo a conoscere meglio. Red è un personaggio insicuro, timido ma coraggioso, soprattutto da quando ha deciso di mostrarsi davvero per ciò che è: Red cerca il proprio posto nel mondo, la musica fornisce lo spazio vitale per credere nelle possibilità e nei sogni, da quel momento Red ha deciso che non resterà più in un angolo a vergognarsi e piangersi addosso, ma inseguirà i suoi desideri e le sue inclinazioni, nonostante le lunghe assenze del padre (impegnato con le sue mille amanti) e l’alcolismo della madre, trovando anche il tempo di badare alla sua sorellina di sette anni, Gracie.
Leo, chitarrista del gruppo, è un ragazzo bello, alto, grosso, che ha successo con le ragazze ma che nasconde insicurezze e terribili paure dietro graffianti assoli di chitarra: Aaron, il fratello di Leo, infatti, è un delinquente che gli ha quasi rovinato la vita, una sorta di Spada di Damocle sulla sua vita, che rischia di mandare a monte ogni conquista del ragazzo. La lotta di Leo è quella contro il bisogno di sentirsi accettato e amato dal fratello maggior, che è comunque quel poco che gli resta, a parte sua madre, della sua famiglia, e la voglia di staccarsi e andare per la sua strada, consapevole che sarà tutto più semplice senza un delinquente che si è già rovinato la vita e che vuole trascinare all’inferno anche lui.
Rose è bellissima, ricca, viziata e ignorata da suo padre, che ha sposato una donna molto più giovane, quasi una coetanea di Rose: la ragazza si dà agli eccessi spesso e volentieri, ma nessuno sembra preoccuparsi di lei o della sua voglia di essere amata, protetta, compresa, tranne, appunto i suoi migliori amici.
Infine, Naomi, ha avuto un passato burrascoso, fatto di depressione ed eccessi, finché non è arrivata la musica a salvarla. Ora, è in un letto d’ospedale, immobile e priva di conoscenza: qualcuno dice che ha tentato il suicidio, ma è molto strano, perché Naomi, con i Mirror, mirror, era felice, aveva superato la fase autodistruttiva, stava bene.
Che cosa è successo davvero a Naomi? Ha tentato davvero il suicidio o qualcuno ha provato a ucciderla?
Sono queste le domande attorno a cui ruota l’intera storia: Red non vuole credere alla storia secondo cui Naomi voleva farla finita, così inizia a indagare, con l’aiuto di Leo, Rose e di Ash, la solitaria sorella di Naomi, geniale hacker. I ragazzi si ritroveranno in una storia molto più grande di loro, piena di sordidi e scabrosi particolari, che metteranno in pericolo le loro vite conducendoli in un viaggio che affonda nella parte più oscura delle loro anime, un viaggio alla ricerca di loro stessi, che finirà per mettere a dura prova i loro rapporti.
Il ritmo della storia è incalzante, non ci sono momenti morti o pause e dunque la lettura si è rivelata fluida e veloce, i frequenti cliffhanger alla fine di ogni capitolo invitano ad andare continuamente avanti. Il tempo del racconto è il presente (è la voce di Red a raccontare) ma ci sono diverse incursioni nel passato, soprattutto quando Red ricorda vicende legate a Naomi e ai momenti precedenti la tragedia che ha colpito la ragazza.
Il linguaggio utilizzato è quello tipico dell’adolescenza: quando i ragazzi parlano, lo fanno facendo sfoggio di una sicumera che, nella fattispecie, poi non hanno, questo non li rende esattamente simpatici: ma alla fin fine, il linguaggio descrive bene la lontananza che esiste tra adolescenti e adulti, come ben descritto è anche il ruolo che i social network hanno sulle vite dei ragazzi (in questa storia, anche sulle indagini che compiono).
Gli adulti, in questa storia, sono la gravissima mancanza: non ce ne sono di buoni, attenti, intelligenti, sono o distratti, o inutili, o malvagi. É anche vero, comunque, che la storia si concentra sugli adolescenti e che dunque si è scelto di sottolineare le mancanze del mondo adulto come causa dei disastri vissuti dai ragazzi.
Una delle cose che non mi è piaciuta nella messa a punto dell’identikit psicologico di ciascuno personaggio è che alla fine i cliché abbondano, tanto da trasformare un romanzo che avrebbe l’intenzione di raccontare i veri problemi dell’adolescenza in una sorta di Gossip Girl versione thriller.
Il tracciato delle relazioni che intercorrono fra i vari personaggi è chiaro quanto standardizzato: Red è il personaggio timido che deve lottare contro i pregiudizi, quelli della sua famiglia soprattutto, in cui il padre è assente e la madre alcolizzata. Leo ha una madre debole e un fratello maggiore violento che vuole trascinarlo con lui all’inferno. Naomi possiede la tipica famiglia magnifica e affiatata che, comunque, non è riuscita a sottrarla alla depressione e alla tragedia che le è capitata. Rose è bellissima, di lei s’innamorano tutti, ma beve e si droga per farsi notare dall’unico uomo da cui vorrebbe essere notata: suo padre, che preferisce a lei la giovane moglie: un po’ troppi cliché. E se li uniamo al professore giovane e comprensivo che li invoglia a suonare e a un mondo adulto standardizzato e completamente inutile, il tutto diventa un po’ troppo una soap opera per adolescenti.
Più di tutti ho odiato Rose, un personaggio tutto concentrato su se stesso ai limiti dell’ottusità e dell’egoismo, davvero avrei potuto prenderla a schiaffi dall’inizio alla fine del romanzo, è lagnosa e insopportabile e neanche la sua situazione familiare giustifica il suo essere così orribilmente viziata. Leo è un personaggio inutile, la maggior parte del tempo funge solo da spalla, ha una storia che viene brevemente affrontata, ma è talmente standard da non suscitare alcun interesse.
Ottima, invece, la scelta di affiancare le indagini su ciò che è successo a Naomi con quelle sui segreti di ogni protagonista: contemporaneamente scopriremo quale evento ha ridotto Naomi in quello stato, ma anche e soprattutto chi sono davvero Red, Leo e Rose. Il problema è che non ci sarà alcuna sorpresa, o almeno per me è stato così: ho capito praticamente dopo una manciata di pagine come la storia si sarebbe conclusa e, purtroppo, non sono stata smentita. Questo ha abbassato di molto il mio giudizio sul romanzo, che è stato comunque piacevole. Se avesse mantenuto l’effetto sorpresa fino alla fine, avrei dato un voto molto più alto: l’accettazione di sé, i pregiudizi, il potere salvifico dell’amicizia e della musica, ecc. sono concetti a me molto cari e sono felice di averli trovati in questa storia.
Dunque buon ritmo, buoni molti dei climax narrativi (soprattutto quelli che riguardano Red), buone anche la maggior parte delle relazioni fra i personaggi (pur con qualche cliché di troppo), peccato per l’evoluzione della storia, nella sua parte thriller: non mi ha convinto il finale e non mi hanno convinto i metodi di indagine, basati su una montagna di coincidenze e sui poteri quasi soprannaturali della hacker Ash, che praticamente può intrufolarsi nei sistemi informatici di chiunque, una sorta di deus ex machina onnipresente e onnisciente che indebolisce di molto la suspense.
Detto ciò, un godibile romanzo YA, soprattutto nella parte dedicata all’adolescenza e ai suoi problemi, in cui moltissimi potranno riconoscersi e sentirsi capiti.