buon-junkie Oggi vi parlo di due personaggi che amo moltissimo e di cui ho potuto approfondire vita e poetica grazie a due bellissimi libri che mi sono stati inviati da Edizioni Clichy. I personaggi in questione sono Bob Dylan e Georges Simenon, le cui figure iconiche sono trattate con affetto e attenzione in questi due brevi volumetti, che contengono le impressioni di due fan d’eccezione: Dario Salvatori, giornalista, critico musicale, conduttore radiofonico e scrittore, nonché responsabile artistico del patrimonio sonoro della Rai, per Bob Dylan e lo scrittore Marco Vichi per Georges Simenon.

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Bob Dylan è il vincitore del Premio Nobel per la Letteratura di quest’anno, una vittoria sorprendente e per certi versi discussa, che ha diviso il mondo della letteratura: da un lato chi ha piacevolmente accolto la notizia (fra tutti, colui che era dato per favorito, lo scrittore Don DeLillo, che ha manifestato subito entusiasmo), dall’altro chi l’ha considerata una specie di premio alla carriera che poco c’entra con il valore intrinseco della sua opera (ad esempio Irvine Welsh). Quali che siano le ragioni di entrambi gli schieramenti, alcune più approfondite altre dettate unicamente dalla pancia, a mio avviso, ciò che è certo è che la figura di Bob Dylan non ne è uscita minimamente scalfita: Bob Dylan rappresenta un’icona della musica, dell’arte che non concede compromessi, lo stesso Dylan è famoso per il suo carattere poco incline a piegarsi alle regole dello star system. È stato così anche quando ha ricevuto la notizia del Nobel: sono passati giorni prima che la commissione per il Premio Nobel ricevesse sue notizie, mi hanno fatto sorridere i tentativi di contattarlo andati a vuoto e la dichiarazione finale che non sarebbe stato presente alla premiazione per precedenti impegni, tutto questo contribuisce a gettare luce su una figura di certo emblematica e con un suo carisma eccezionale. Questo volume è proprio un modo per approfondire i tanti aspetti della personalità di Dylan: è breve, ma vi farà entrare con grazia e passione nella vita del cantautore. Il commento di Dario Salvatori è un profondo e sentito omaggio a questo artista che ha cambiato il volto della musica con i suoi messaggi potenti che, allo stesso tempo, rifiutava di considerare espressioni politiche o sociali. L’arte di Dylan vi apparirà allora sotto la luce più corretta: sono le parole di un uomo rivolte a se stesso e al mondo, ma che non pretendono e non vogliono insegnare nulla, come lo stesso Dylan ha sempre affermato. Probabilmente è proprio questa la sua grandezza. Il volume è arricchito da immagini di repertorio, frammenti di canzoni e citazioni di e su Dylan. Un volume meraviglioso, per tutti gli appassionati di musica e in particolare per gli estimatori di Dylan.

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Georges Simenon è fra gli autori più prolifici del XX secolo: creatore del commissario Maigret (che da solo conta più di cento storie), i suoi romanzi hanno fornito materiale per adattamenti cinematografici e per la televisione (più di 170 opere). Insomma, un uomo, un artista, un autore che ha influenzato largamente la cultura mondiale. Marco Vichi, scrittore a sua volta, autore delle indagini del commissario Bordelli e di numerosi altri romanzi di successo, ne parla come di un vecchio amico, scoperto fra gli scatoloni del padre. Una produzione immensa che ha influenzato Marco Vichi nel momento più importante: mentre era a un punto morto con il suo romanzo. Nelle riflessioni dello scrittore italiano emerge non solo l’amore e la stima per Georges Simenon, ma le ragioni di tale amore e di tale stima, ragioni che diventano chiare a tutti, leggendo: Georges Simenon tratta personaggi molto diversi fra loro, bambini, ragazzi, vecchi, adulti, donne, uomini, criminali e persone perbene, e riesce a farlo sempre con una profondità e una leggerezza uniche. La leggerezza è infatti una delle caratteristiche della scrittura di Simenon che sottolinea Marco Vichi: leggere Simenon, dice, è come ascoltare le Suites per violoncello di Bach, è come immergersi nel profondo con semplicità. Questo, in effetti, è ciò che ho provato anche io leggendo Simenon: la descrizione acuta, profonda, precisa dell’animo umano, scandagliato fino alle più improbabili pieghe della psiche, non è mai pesante, mai pretenziosa. È naturale, come era naturale per Simenon scrivere. Anche questo volume è arricchito, oltre che dall’appassionata e appassionate riflessione di Marco Vichi, anche da immagini di Simenon, anche private, e da citazioni tratte dai suoi innumerevoli romanzi. Questo è un libro per chi già ama Simenon e per chi vuole scoprirlo: i consigli di Marco Vichi sulle letture da intraprendere per conoscere Simenon sono piccole perle, preziosissime.

I due volumi fanno parte della collana Sorbonne, che prende il nome dall’Università di Parigi, il mito del cambiamento, il maggio incruento di una rivoluzione colorata. Le grandi idee del Novecento sono state raccolte in piccoli libri che concentrano l’essenza del pensiero di persone che hanno immaginato altri mondi e prospettive diverse. Ampliando, innovando, spesso ribaltando, le conoscenze o i punti di vista dei contemporanei e delle generazioni successive. Le parole, le derive, i percorsi, le frenate, la corsa. Una prefazione che fa da inquadramento «sentimentale», nel quale il curatore racconta il mondo del protagonista e in che modo il suo pensiero lo ha toccato e coinvolto, dopo aver cambiato la cultura, la società, la storia. E poi le immagini, le parole e il pensiero, senza mediazioni né fratture, dei grandi rivoluzionari del Novecento. Nella politica, nell’arte, nella letteratura, nel teatro, nel cinema, nell’architettura, nella scienza, nella filosofia.

Troverete nella collana, per es., Syd Barrett, Albert Einstein, Maria Montessori, David Bowie, Samuel Beckett, ecc.

Date un’occhiata alla collana qui e buone letture!

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