“Se non sei innamorato di quello che stai facendo, non farlo. Cerca ciò che ami” diceva Ray Bradbury.

È il principio che mi ha sempre guidato nella vita e il motivo per cui la mia vita non è stata sempre lineare e rassicurante.

Smettere di fare ciò che non si ama è più difficile di quanto sembri, e seguire ciò che si ama richiede molto coraggio.

Io non lo so se il mio è coraggio o piuttosto incoscienza, ma so che a fare quello che non amavo stavo morendo.

Tutto questo per introdurre il grande problema che sto vivendo da ormai due anni: non scrivo.

A chi mi chiede: “Stai scrivendo? Sta per uscire un nuovo libro?” rispondo sempre la stessa cosa. “Ho avuto un periodo un po’ così. Sono impegnata nell’editing di un inedito che spero di pubblicare presto” il che è vero. Ma è ancora più vero questo: non sto scrivendo, nessuna storia, nessun personaggio a cui pensare la sera prima di dormire.

Non scrivo da due anni perché la mia mente è come prosciugata. È una sensazione orribile, che mi spaventa, perché a volte penso di aver perso la parte migliore di me, l’unica che abbia mai amato davvero: il dono di raccontare storie.

Ecco. Non scrivo da due anni e, a volte, ho paura che non scriverò mai più. Però scrivere è la cosa che amo di più al mondo, mi manca come se mi avessero tagliato un braccio e quindi non ho rinunciato.

Non scrivo, ma ogni mia cellula è tesa a recuperare quell’amore, che mi faceva sedere davanti a un foglio vuoto, stanca, riposata, triste o felice, e riempirlo con delle storie.

Nient’altro da aggiungere. Vorrei tornare presto, sto cercando ciò che amo, non è facile ma spero di trovarlo.

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