Oggi mi sono svegliata romantica e quindi vi racconto una storia d’amore, una storia che mi ha sempre colpito.

La storia inizia in Inghilterra, nel 1889 e ha per protagonista una ragazza di nome Edith.

Edith Bratt

Edith non ebbe una vita facile: figlia di padre ignoto, fu cresciuta dalla madre. Un brutto giorno, però, anche la madre venne a mancare ed Edith rimase sola. Aveva 19 anni, era una pianista dotata, una donna di cultura e nell’anno peggiore della sua vita incontrò un ragazzo di tre anni più piccolo di lei. Iniziò a frequentarlo, a parlarci, a vederlo e, nonostante la differenza d’età, i due prima dell’estate erano follemente innamorati.

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Ma le cose per Edith erano destinate ad essere più complicate ancora: la relazione tra lei e il ragazzo fu scoperta dal tutore di lui e ostacolata. Edith infatti era protestante, mentre il ragazzo era cattolico: la differenza culturale era insormontabile.

Il ragazzo, non ancora maggiorenne (allora si diventava maggiorenni a 21 anni) non poté fare altro che chinare il capo e rinunciare all’amore.

Edith rimase di nuovo sola: era un’altra prova da superare. Raccolse le sue forze e lasciò che il tempo la curasse.
Passarono gli anni ed Edith incontrò, alla fine, un altro uomo, quest’uomo le propose di sposarlo e lei accettò l’anello.

Altrove, ad ore ed ore di cammino da lei, un ragazzo era appena diventano maggiorenne: aveva compiuto 21 anni ed era finalmente libero dal suo tutore. La sera stessa del suo compleanno quel ragazzo scrisse e inviò una lettera ad Edith nella quale le dichiarava il suo amore e le chiedeva di sposarlo.

Era il ragazzo di tanti anni prima, che non l’aveva dimenticata! Edith però adesso era fidanzata: a malincuore rispose rifiutando l’offerta, spiegando che, sicura che lui l’avesse dimenticata, aveva accettato di sposare un altro.

Il ragazzo, però, non si diede per vinto: appena ricevuta la lettera di Edith si mise in cammino. Viaggiò e viaggiò e arrivò da lei, le chiese di vederlo e i due s’incontrarono sotto un viadotto ferroviario. Lì fu chiaro che il loro amore non era mai finito, non era mai stato dimenticato, non era diminuito col passare degli anni.

Edith non poté fare altro che restituire l’anello, interrompere il fidanzamento e sposare il ragazzo che per così tanto tempo l’aveva amata, in silenzio e con testardaggine.

Edith e il ragazzo ebbero quattro figli e una vita lunga e felice. Il ragazzo divenne uno scrittore e in uno dei romanzi parlò anche della loro storia: la storia della più bella fra gli elfi che rinunciò alla sua immortalità per legarsi ad un guerriero umano.

Edith morì ad 82 anni e due anni dopo il ragazzo che l’aveva amata tanto la seguì: furono seppelliti nella stessa tomba e il ragazzo volle che sulla lapide fossero scritti i nomi dei due personaggi immaginari di cui aveva raccontato nel suo romanzo: Lùthien e Beren.

Volete sapere il nome di quel ragazzo coraggioso, innamorato, che aveva aspettato Edith e l’aveva conquistata dopo una lunga lotta contro il tempo e che l’aveva salvata dalla solitudine? Il suo nome era John Ronald Reuel Tolkien e la loro storia, raccontata nel Silmarillion prima e nel Signore degli Anelli poi (Aragorn e Arwen) ha reso il loro amore immortale.
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